Cancer for Christmas
04.12.2022
E comunque non ho abbastanza coperte per sentirmi al sicuro. Nei dialoghi platonici faccio scena muta. Nella scuola dei filosofi mi vedi
impiccato, dietro alla colonna. Come c'era d’aspettarsi, e se ne fregano gli
altri. Eppure ieri, sdraiato su un letto vagamente sporco di sperma e sudore,
la luce trista e mietitrice della sera mi ispira un dipinto immaginario. Io
sono qui, sotto un cielo tragico e bambino. La mia vita distrutta giorno dopo
giorno come una tuta da operaio. E non c'è voglia a cambiarla. Massimo
rammendo i buchi più grossi, con pezzi di tovaglie a quadretti. Spero giusto
che sulle mie rovine crescano gramigna e fiori, come sulle colline e le grandi
e piccole rovine. Quelli son posti
dove le cose accadono, ma non oggi, non qui. Vivo in una casa, mangio bevo e
ho da fumare. E non mi dovrei lamentare. Ho tutto quello che voglio. Ma io che
non voglio niente. E questo è più difficile da sopportare. Dicono che Dio ti ama, ma il
nostro rapporto è confuso. Pieno di tradimenti e tossicità, sadomasochismo e
quella voglia di lasciarsi che si rimanda. Il nostro amore è malato, eppure
mai finito, mai tentato di essere guarito. Perché mentre scrivo sudo. E penso il mondo piange tramite me. Tanti
incolpano le persone di essere megalomani. Incoerenti. Ma quanto è bello è,
essere incoerenti e megalomani. Come gli dei greci. Come i grattaceli in mezzo
al deserto arabo. Sono così triste, che voglio partire per dove sono, a casa
mia. Uscire e rientrare, farmi una passeggiata sul pianerottolo e ritrovare la
mia casa dolce casa. Così in pantofole. Eppure sono ai domiciliari del cuore,
e tra l'altro come ogni scrittore, muovo i pianeti e l'altre stelle, ma
tristemente seduto davanti al computer. Voglio un cancro per natale, dico a
mio padre quando lo guardo. Mio padre pensa che lo odio. Perché fa male non
poter abbassare il volume del silenzio. Ho sprecato il mio fondo di lacrime,
oggi non piango. Quando morirò al massimo un "ah però", da chi mi ha amato. I
molluschi sognano di diventare creature terrestri, sognano zampe, sognano i
polmoni con cui assaporeranno per la prima volta l'ossigeno. Ma sono fuori
tempo. Il tempo come al solito l'ho bruciato. La vita che sogno è essere
inanimato. Dimenticato e inanimato. Perché è il cuore, piccolo e gretto per
altro, che però mi ha rovinato.
Il "Colto" In Fallo
Sono un appasionato di scrittura e di programmazione/hacking. E sono anche un malato psichiatrico. Questo blog è un luogo di sfogo di quello che sono, e costruzione di quello che sarò. Dai un'occhiata in giro, ti piacerà!