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Al di qua del Giappone

05.12.2022
Al di là delle nozioni basiche di geostoria, il Giappone in quanto luogo non si trova più, da anni, in Oriente. Detto questo però, ovviamente, è chiaro anche il fatto che esso non si trova in Occidente né in nessun degli stati intermedi.
Esso si trova in uno stato definibile – con analogie matematiche – come "super-posizione" geografica. Luogo indefinito di appartenenza e non-appartenenza ad entrambe. I passi del Giappone verso la sua super-posizione, sono iniziati, certo, con il contatto con gli occidentali, ma non lì è avvenuto il vero passaggio finale al miglior luogo, se davvero così possiamo definirlo. Non è stato un fatto eclatante, né ricordato con particolare perizia, non è neanche successo, in fin dei conti: esso è stato un fatto non accaduto, un fatto al negativo, negato.
Quando l'allora imperatore del Giappone, sul finire della seconda guerra mondiale, rifiutò il suicidio rituale, e accetto la sconfitta, sconfessò anni di tradizione giapponese di opposizione alla resa, di onore irriducibile, dunque di cultura. Sconfessa dai samurai ai kamikaze. Sconfessa egli, con la sua sopravvivenza, un fatto culturale; Perché quello dell'imperatore non è stato solo un fatto sacrilego, bensì un sacrilegio transizionale verso l'individualismo e il pensiero Europeo degli europei, i quali certo non sarebbero pronti a morire per il loro governo.
Da quel momento il Giappone si è trovato in una situazione critica e dolorosa. I suoi abitanti si sono trovati a fare i conti con un sistema estremamente occidentale e un pensiero non pronto, anzi diverso rispetto a quel paradigma alieno.
Oggi il Giappone è un paese che rappresenta la massima espressione occidentale, con le sue follie derivanti da questa esasperazione del concetto Occidentale fuori dal suo luogo.
Una società basata sul performante, sull'eccellenza a tutti i costi, con un livello di pressione sociale che fa impallidire qualunque paese civile. Un alto tasso di suicidi, un alto tasso di abbandono scolastico ma anche sociale da parte dei giovani.
Un sistema economico iper-capitalista, ultra-consumista, oltre ogni ragionevole motivo. Il culto dell'oggetto, del collezionismo, del fanatismo nel senso più moderno – quello di essere fan di qualcosa o qualcuno.
Il Giappone ha trasformato il suo ibrido in un mostro, un mostro, per altro, così affascinante per noi europei. Quasi il nostro Paradiso perduto, dove tutti i nostri sogni si realizzano, e il nostro desiderio di esotismo si unifica con il desiderio di sentirsi a casa, una casa elevata alla seconda.
Forse davvero, per quanto personaggio dubbio e poco apprezzato, aveva ragione Mishima, quando scriveva alla fine del suo libro più famoso che l'unico ideale da lui perseguito era il Giappone. Un Giappone ormai perduto e mai più recuperabile.
Fatto di grandi diversità dall'Occidente, forse più che mai incompatibili con una globalizzazione premuta e spinta.
Un Giappone storico, tradizionale, dove i samurai si oppongono in maniera inefficace alle pallottola – ma vi si oppongono.
Qualche maestro d'armi deve aver detto: Dio ha creato gli uomini, la pistola li ha resi tutti uguali.
I Giapponesi, sarebbero ancora qui a rivendicare il potere ancora una volta della loro diversità.
Se ci fossero ancora…
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iononquadro

Sono un appasionato di scrittura e di programmazione/hacking. E sono anche un malato psichiatrico. Questo blog è un luogo di sfogo di quello che sono, e costruzione di quello che sarò. Dai un'occhiata in giro, ti piacerà!

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