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Introduzione || La Parola di Oggi

09.12.2022
"Virus della prosa, lo stile poetico la disarticola e la rovina: una prosa poetica è una prosa malata."

Così scrive nel suo La Tentazione di Esistere il buon vecchio Emil Cioran, filosofo dotato tanto di sottigliezza quanto di lucidità, ancora una volta nel segno in problemi a lui inattuali, ma non così distanti. Non possiamo certo definire altrimenti la prosa di E. Cioran, che come ossessivamente geniale, con un eleganza martellante e priva di cadute di stile che un qualsiasi scrittore non esiterebbe a permettersi tranne lui. Eppure, così priva di poesia. Di poesia in senso stretto, nel senso tecnico del termine. Ma anche nel senso sentimentale e volgare, quasi a rimarcare che "non c'è niente di più plebeo di un sentimento", come dice lo stesso Cioran. A rimarcare l'idea, che non sia affatto un difetto.
"Inoltre [una prosa poetica] è" – continua Cioran – "sempre datata: le metafore predilette da una generazione appaiono ridicole alla seguente. [...]".
Ed è su quest'ultimo verso che ci interessa indagare: come definire, come esplorare la lingua di oggi? E soprattutto dov'è, che oggi si fa lingua?
Volendo tralasciare chi scrive romanzi, e poesia, per motivi diversi, forse è altrove che dobbiamo indirizzare l'ago di un'indagine non esaustiva e parziale. Un'indagine minore, bemolle, o alternativa che dire si voglia.
D'altronde chi scrive romanzi si riferisce a un linguaggio non attuale, in cui talvolta gerghi e attualità irrompono per vie collaterali, ma comunque sempre contenute. I poeti sono o troppo vecchi, o troppo nuovi, o fuori dal tempo in ogni caso. La loro inattualità è senza ormai alcun dubbio. Dove – e cosa, soprattutto – noi cerchiamo?
Forse è proprio dal nucleo più particellare del discorso e da dove esso avviene, che bisogna ripartire. Ridiscendere e tornare a parlare di parole, proprio laddove le parole son parlare: in questo strano gioco di sinonimi, troviamo pure una definizione.
Il luogo dove oggi si parla la prosa, e dove in qualche modo essa è scritta in modo semplice e diretto, sono i social – è internet.
Ma i social, i post e i video divengono terreno – anzi, cloaca – di informazione pura, fecondi di gerghi, gruppi di neologismi, aggregazioni di linguaggi. E lungi dall'esaltarli, in questi meandri e tele, l'analisi è doverosamente necessaria.
È dunque questo che ci proponiamo di provare: procedere a caso, e per balzi, a tentoni, nel mondo del parlare di oggi e del futuro.
Che siano essi concetti, siano essi parole o formule gergali del presente; ci sarà da masticare e da parlare molto.
Per tornare a parlare di parole, lì dove le parole, son parlate…

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iononquadro

Sono un appasionato di scrittura e di programmazione/hacking. E sono anche un malato psichiatrico. Questo blog è un luogo di sfogo di quello che sono, e costruzione di quello che sarò. Dai un'occhiata in giro, ti piacerà!

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