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La Vetrina Disgustosa

04.12.2022
Quando ancora mi ritrovavo nelle ore più disparate del giorno a camminare lungo la strada, mi capitava di soffermarmi in una frazione di attimo davanti alle vetrine. Vivo un quartiere ricco pur essendo povero. Mio padre è venuto ad abitare qui quando ancora ci giravano le capre e non le macchine di lusso. Eppure i palazzi son cresciuti come piante vecchio stile, cerchio dopo cerchio hanno fatto il mio quartiere ricco, che come tutti i quartieri sorti dal nulla è abitato da arricchiti dal nulla, dunque falsi ricchi. Eppure a dirla tutta questi ricchi hanno da spendere, perché in queste vetrine tutto è molto caro. C'era lì, dove passavo, un negozio di vestiti. Tutti molto cari. Oggi e sfitto, dietro la vetrina è rimasta solo una sedia, qualche calcinaccio. Eppure ciò che mi colpisce non è tale tristezza, non è il pensiero che la proprietaria tenti di affittare invano quel locale e le sue tribolazioni economiche. Ciò che mi colpisce è la vetrina stessa. Essa è coperta da cima a fondo, di sputi, rigurgiti, vaghe tracce di bibite e frappè. Tante volte penso anche a sperma e seminali vari, ma non posso confermare. Un affresco inquietante e dolcemente disgustoso, che J. Pollock, il pittore Americano, sono certo amerebbe alla follia. L'interno, ormai è quasi invisibile. La materia organica e fecale lo oscura a suo arrogato diritto. Sto lì, fermo le ore. Beh forse ore è troppo, ma comunque un tempo indefinito ad osservare questo spettacolo, a sentirne l'odore, la forma. E mi chiedo cosa spinge, gente comune con comuni vite ordinarie, a riversare lì, la loro più bieca e animale rabbia e fisicità. Non ho risposta a questo; ma lo spettacolo raccapricciante di quell'angolo d'orrore è meraviglioso. Forse, la mia origine pudica o il mio vago sentore morale oppure addirittura la mia attitudine riflessiva e osservativa mi impediscono di sputare anche io lì. Sul muro del pianto della nostra epoca. Dove le lacrime e la tristezza sono sostituite dagli sputi e dalla rabbia. Insoddisfatta, bieca e cieca. Quando posso passo lì. Quel luogo mi è caro come casa. E dovesse essere ripulito probabilmente perderemmo un'opera d'arte della nostra epoca. Più cara dei vestiti che esponeva, questo è certo. E più cara al sentimento, che vi provo.

iononquadro

Sono un appasionato di scrittura e di programmazione/hacking. E sono anche un malato psichiatrico. Questo blog è un luogo di sfogo di quello che sono, e costruzione di quello che sarò. Dai un'occhiata in giro, ti piacerà!

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